L = Lirica … continuare il rinnovamento.

Lettera agli Autori Lirica di Lorenzo FERRERO

Cari colleghi,
nel passato quadrienno la Commissione della Sezione Lirica, grazie anche alla perfetta intesa fra autori (a maggioranza Uncla) ed  editori, si è prefissa ed ha raggiunto importanti obiettivi.
I più significativi e indiscutibili sono stati il raddoppio degli incassi e  un considerevole aumento degli iscritti. Inoltre è stata affrontata con decisione la tutela della coreografia in tutti i suoi aspetti, anche attraverso una apposita pagina web sul sito Siae.

E’ stato  rinnovato in modo più trasparente e adeguato alla complessa realtà della creatività contemporanea il bollettino di dichiarazione, sono state avviate nuove trattative sull’imponibile Siae con l’Agis, sono  stati completamente rivisti i criteri di determinazione dei minimi,  in modo da rendere più equo il rapporto con gli utilizzatori, alla  luce della realtà in cui la sezione agisce (molto più complessa di un tempo: non più solo teatri, ma anche festivals e rassegne, cresciuti numerosissimi negli ultimi anni).

L’informatizzazione della Sezione è  un fatto praticamemente compiuto.

I nostri candidati scelti per le prossime elezioni, oltre ad essere autori di chiara fama, hanno anche maturato in varie occasioni una adeguata  esperienza Siae, che li pone in grado di tutelare adeguatamente il  loro elettorato di riferimento:

– Carlo Galante è autore di numerosi  lavori teatrali, e rappresenta in un certo senso gli aspetti  tradizionali e caratteristici della Sezione.
– Luciano Cannito,  coreografo di fama internazionale, incarna la volontà di dare voce diretta al mondo della coreografia, nella fiducia di un rinnovamento dello statuto che veda adeguatamente

rappresentata questa figura  professionale negli organi sociali.

Ciao, a domenica 24 giugno     Lorenzo Ferrero

Il tempio museo della canzone

di Giulio Corselli

Prefazione tratta dal volume “il Museo dell’Italia che canta e la riproduzione sonora del tempo”

Dedicato ai poeti, ai musicisti, agli interpreti che hanno scritto la storia della canzone italiana.
“Per me che avevo la canzone nel cuore, agli idoli che popolavano i miei sogni – artisti e interpreti- venivano immaginati come personaggi di uno straordinario pianeta chiamato “Galleria del Corso”
Quando alcuni anni fa, andai a Milano per scoprire quel mondo magico, conobbi quei personaggi e fui felice di trovare la sensibilità e la cordialità che mi ero aspettato, ma fui grato soprattutto dell’amicizia che mi donarono e mi dimostrarono rendendomi la visita. Poi lentamente ma inesorabilmente, una pianificazione emarginante sgretolava quel mondo di artisti che aveva scritto la storia della canzone italiana. Un’amara realtà troppo difficile d’accettare! E’ nata così l’idea di creare un Museo che tenesse viva nel tempo la testimonianza di una storia d’arte popolare da custodire, da far ritrovare e da far conoscere soprattutto ai giovani, nella sua grande tradizione.
Il Museo della canzone italiana è la nostra realtà!
Questo lo dovevo ai personaggi dei miei sogni giovanili, ora miei fraterni amici”(Erio Tripodi).

Rappresentando l’U.N.C.L.A., ho conosciuto Anna TRIPODI a un anno dalla dipartita di suo papà in occasione della Messa in suffragio e presentazione del libro “Erio una vita di passioni”
Avevo avuto l’onore di conoscere Erio in vita e nel breve incontro apprezzarne le virtù.
Facendo coro la Giusy (in arte Fiorbel) e Giuliana la nostra segretaria ora in pensione, erano stati Nuccia Rispoli e Vitaliano Caruso a parlarmi di questo estroso compositore e interprete della canzone melodica, che nell’arco della vita aveva acquistato e scelto con cura, un’infinità di curiosi e fantastici strumenti musicali. Bizzarre pianole, reperti di manifattura antica e addirittura unici, corredati da migliaia di spartiti e con questi cimeli, adibito a Tempio Museo della Canzone, un treno; un vero treno con tanto di locomotiva e carrozze, d’epoca naturalmente!
All’interno del suo sfarzoso ristorante, Erio mi sorprese con il naso all’insù, come estasiato mentre mi accingevo a passare in rassegna le foto ricordo che lo ritraevano insieme a personaggi dello spettacolo e personalità come il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e il Papa Carlo Wojtila.
Meraviglia e incredulità sono le impressioni di chi per la prima volta e…….francamente anche le volte successive, si trova a contatto con queste realtà.
Quando mi presentai dicendo di far parte della famiglia dell’U.N.C.L.A., passò le consegne al caposala, dimenticò i suoi clienti; si entrò in sintonia. Si accesero i ricordi e scaturirono nomi accompagnati da aneddoti, “Bixio, Schisa, Di Lorenzo, Vancheri, Pavarotti; fino ad arrivare a Renato Zero e la fraterna amicizia che lo legava a Claudio Villa”
Corrucciato e pensieroso come una persona che vorrebbe vedere al di là del tempo, mi accennò dello scarso interesse politico, assente e noncurante a salvaguardare il patrimonio culturale che a fronte di sacrifici era riuscito a realizzare; mentre un certo interesse all’acquisto di tutto il Museo, lo aveva ventilato il Principato di Monaco.
Rammento il gesto, l’espressione di chi ne assapora la soddisfazione, quando con gli occhi che vedono oltre lo sguardo, sussurrò “quanto mi piacerebbe fare da Cicerone, ospitare e presentare il mio treno a tutti i Cantanti, Autori e Compositori d’Italia”! Dal momento che mi ero fatto promotore di porre una targa U.N.C.L.A. sul muretto d’Alassio e convinto che dopo la cerimonia si potesse mettere in programma un piacevole incontro tra musicisti nel suo ristorante; non promisi in quanto non ho questi poteri, ma in cuor mio pensai che almeno in parte, il suo sogno si poteva realizzare.

E quanta amarezza provo mentre scrivo! Pensando che Erio non c’è più e da due anni la targa è posteggiata da qualche parte nello studio del pittore Mario Berrino responsabile delle affissioni. Per la cronaca, il Maestro Berrino conta i suoi 85 anni e noi, non siamo eterni.
Illusioni e delusioni a parte,è Anna la figlia di Erio, che ha preso in mano le redini della situazione con decisione, lotta per mantenere il Tempio attivo in Vallecrosia. Coinvolgendo parenti e amici, Autorità e Critici Letterari, ha fatto in modo che il manoscritto di suo padre venisse pubblicato, presentato e con successo commentato. ( Parte del contributo è devoluto in beneficenza vedi sotto).
Superando burocrazie e Assessori agnostici, è riuscita a sensibilizzare la Regione che ha provveduto ad un finanziamento per il rifacimento del piazzale e rendere il treno pronto per le visite alle scolaresche e al pubblico. Qualcosa si muove, ma urgono contributi per la catalogazione degli spartiti e ciò comporta l’acquisto di computer e l’assunzione di personale a tempo pieno che ne curi costantemente la manutenzione, di impianti di condizionamento estivo e invernale affinché il materiale non si deteriori; da parte di capaci maestri liutai chiamati anche dall’estero, necessita la revisione periodica degli strumenti.
Al Palafiori, in occasione del Festival di Sanremo l’U.N.C.L.A. era presente con uno stand, così l’incontro con Anna, che per il Tempio della canzone presentava allo schermo sequenze filmate inerenti l’attività del genitore alle prese con il Museo, qualche grammofono e tra i cimeli in mostra, il sax lasciato in eredità da Fausto Papetti.
Indi la conoscenza con il nostro Segretario Pino Amendola e un invito a cena con Silvano Guariso nelle vesti di Vice Presidente della S.I.A.E., dell’Avvocato D’Ammassa, con Poma, Pareti, Castellari e una promessa, il giovane Ziglioli.
Vedere per credere! Nessuno di queste persone si aspettava cotanta meraviglia.
Quella sera si fantasticò e nacquero idee possibili per fare affluire fondi come per esempio far cantare un tal cantante ad uno stadio. E’ solo una questione di cuore e poiché è di musica che stiamo parlando ed in prima persona ne siamo artefici; Autori, Compositori, Interpreti; dobbiamo sentirci coinvolti per intervenire attivamente a salvaguardare il Patrimonio Artistico Culturale che questo pioniere, amante della musica, ha creato.
E’ in embrione l’Istituzione della Fondazione Onlus Erio Tripodi, si colga l’occasione per inserire nel Consiglio Direttivo un rappresentante SIAE, U.N.C.L.A, AFI, IMAIE o che so io e si faccia in modo che l’eredità di questo romantico, voluta e lasciata a godimento dei posteri; venga rispettata con la continuità.
Il Museo è arricchito di archivio cartaceo, volumi, fotografie, dischi, videocassette con tutto lo scibile della canzone Italiana che vogliono essere messi alla luce! Racchiusi in un treno strumenti che corredano la storia visiva e sonora della musica leggera a partire dall’Ottocento fino ad arrivare ad un’epoca non molto lontana. Da Enrico Caruso a Mario del Monaco e Bocelli, Tajoli, Consolini, Latilla, Modugno,Mina, Milva. Tanto per gradire vi assicuro che è commovente avere tra le mani un vecchio spartito a firma di quel vivo e vegeto Dante Panzuti colonna portante dell’U.N.C.L.A o ancora sbirciando, sfogliare la freschezza delle canzoni di Alberto Testa e Mogol.
Forza ragazzi, Erio ci guarda! Sta a noi continuare la storia.

Giulio Corselli

Il volume “ERIO, UNA VITA DI PASSIONI” costa € 35,00 ed il ricavato verrà parzialmente devoluto all’Associazione Tumori LILT in particolare per l’assistenza ai Malati Terminali di Tumore. Potrà essere acquistato presso il Ristorante Musicale da Erio – Tempio della Canzone- Via Roma, 108 bis -18019 VALLECROSIA (IM). Per maggiori informazioni visitate anche il sito http://www.museodellacanzone.it

Elezioni S.I.A.E.: lettera agli autori

di Alberto Testa

Cari colleghi,

siamo di nuovo ad un momento cruciale nella vita della SIAE.- Ma possibile che ogni momento sia… un momento cruciale?-
Si. Per quelli che non nascondono la testa nella sabbia, si.-
Ma non metterla giù troppo dura! Comunque le elezioni, sono sempre una scadenza delicata!-
Si. Però forse questa volta è meglio che facciamo più attenzione di sempre.- Io non solo faccio attenzione ma ascolto le voci di tutti!…E sento un coro. Tutti cantano le stesse note, con le stesse parole!

In realtà abbiamo tutti la stessa meta da tentare di raggiungere, cioè la difesa del Diritto d’Autore diviso con giustizia perché si tratta del “pane e companatico” degli autori.- Si, però attenzione: c’è chi dice…e aspetta che gli altri facciano! Poi c’è chi dice…e fa!- Ma allora non si può formare – tra “quelli che fanno” – un’alleanza, un fronte unico che dimostri a chi può intervenire sulla vita della SIAE, che gli autori sono una forza di cui si deve tenere conto?-
Infatti! E’ quello che stiamo facendo! Perciò tu vota per chi ti pare ma – prima di seguire chi fa grandi promesse, oppure offre cariche o si unisce in associazioni effimere che si scioglieranno subito dopo le elezioni, come è già capitato, guarda un po’ cosa abbiamo fatto noi dell’UNCLA.

Siamo nati nel 1946, per primi in Europa (non solo in Italia). Da allora, per più di 60 anni, abbiamo sempre lavorato in seno agli organi della SIAE per l’interesse degli autori, vincendo grandi battaglie.
Stiamo ora fattivamente collaborando a portare in porto il nuovo Fondo di Solidarietà.Per quanto riguarda anche soltanto l’ultimo anno:al Festival di Sanremo 2007 siamo stati presenti con un nostro stand: prima volta nella storia del Festival. Abbiamo così contribuito alla visibilità degli autori.

Subito prima, avevamo fondato sul web, “Giornale degli Autori” che con gli interventi di tutti noi (e quindi voi) diventerà il nuovo strumento di comunicazione fra gli autori (www.ilgiornaledegliautori.it).

Abbiamo istituito per i nostri iscritti un corso gratuito – via Internet – su Diritto d’Autore e i Diritti connessi.

Abbiamo intensificato la nostra “antica” battaglia perché la SIAE si doti delle nuove tecnologie, continuando ad evolverle, perché ci rendiamo conto che l’esistenza del Diritto d’autore non è più un soggetto nazionale ma sovranazionale e comunque europeoSiamo riusciti ad entrare ed ad essere, in rappresentanza dell’Italia, uno dei 5 membri permanenti effettivi del direttivo di APCOE (Sindacato Europeo di Autori di Musica Popolare) con sede a Londra, stiamo completando l’adesione a ECF (Sindacato Compositori Europei di Musica “classica”) con sede a Vienna e a FFACE (idem per Musica per Film) con sede a Parigi.Questi tre sindacati hanno creato una grande alleanza, la ECSA (European Composers and Songwriters Alliance) con sede a Bruxelles, che rappresenterà le istanze di tutti gli autori di 23 paesi europei dinanzi alla Commissione Europea ed al Parlamento Europeo. Stiamo preparando la partecipazione al Convegno Internazionale MEET (Milano – Settembre 2007).

In breve: abbiamo sempre fatto, facciamo e sempre faremo nel futuro, tutto il nostro meglio perché il mestiere di autore sia rispettato.Per far questo, ci serve un voto solo: il TUO!

Un caro saluto da Alberto Testa

Roma, 24 Marzo 2007

Intervista al violinista Salvatore Accardo

di Angelo Mantovani

Il 13 settembre 2005 nella Piazza Monumentale di Castell’Arquato le è stato assegnato il XXIV Premio Internazionale ”Luigi Illaca” in riconoscimento alla sua prestigiosa carriera. Un momento che concilia l’iniziativa privata con quella pubblica.

Quanto conta, secondo lei, l’iniziativa privata nel mondo dell’occupazione giovanile nel campo artistico – musicale?

In questo momento credo che conti moltissimo perché se non fosse per l’iniziativa privata molti giovani non potrebbero far niente. In questi anni noi abbiamo il paradosso di avere tantissimi giovani bravi che non hanno lavoro e quindi non sanno come sostenersi poiché non riescono a guadagnare. Se non fosse per l’iniziativa privata le altre iniziative fanno poco e niente. Ben venga quindi l’iniziativa privata per i giovani.

Il rapporto tra i giovani e le istituzioni si presenta nella società odierna in modo favorevole a questa conciliazione?

Quello che manca in un paese come il nostro, e che farebbe da collante tra i giovani e le istituzioni, è l’educazione musicale. L’educazione musicale è assolutamente inesistente e quando c’è, è fatta male e quindi bisognerebbe fare qualche cosa perché rischiamo di non avere pubblico domani. Non c’è ricambio poiché i giovani in generale sono bombardati da tantissime altre cose. La scuola dovrebbe invece far capire ai giovani che esistono altre situazioni musicali ed esiste altra musica. Saranno poi i giovani stessi a scegliere. È ovvio: non è detto che a tutti coloro che riceveranno un’educazione musicale, piacerà Beethoven, Mozart, Schubert, Berio, Nono o quello che sia. Devono avere però la possibilità di scegliere. Bisogna assolutamente fare qualche cosa per l’educazione musicale.

Iniziative editoriali e nuove rassegne come La Musica e Il Bene sono auspicabili veicoli di formazione e di scambio fra chi è giunto al massimo della carriera e chi aspira quanto meno ad avvicinarsi a questi traguardi?

Sicuramente sono auspicabili e per fortuna che ci sono! Ma come dicevo prima, è nella scuola che nasce la cultura. Perchè si deve sapere chi è Giuseppe Garibaldi e non sapere chi è Mozart?!Che sensazione le dà incontrare nuove formazioni orchestrali come l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Europea  con cui ha tenuto il concerto nella serata della sua premiazione?Mi fa ben sperare perché sono quelle che fanno tenere in vita i giovani facendoli lavorare. L’iniziativa privata di queste nuove formazioni che nascono con un po’ di giovani e un po’ di “vecchi” che insegnino loro ancora il mestiere di suonare in orchestra è magnifico e molto importante.

Per chi vuole intraprendere questo percorso, quanto l’arte si concilia con la quotidianità della vita?

L’arte si concilia sempre, si è sempre conciliata e si concilierà sempre. Bisogna fargliela fare l’arte a questi che poi sono artisti.

Quali sono gli elementi caratteriali che mantengono vivo e sono per questo indispensabili all’animo del musicista?

Quello che io cerco di insegnare a tutti i miei allievi è prima di tutto l’umiltà, secondo la serietà e poi il rispetto per i compositori che ci hanno lasciato questi capolavori che vengono molte volte rovinati da interpretazioni che mancano di rispetto al compositore e alla sua opera. Queste sono i tre elementi che cerco di inculcare ai miei allievi.

Che criterio utilizza per scegliere nella sua vasta collezione di violini uno strumento rispetto ad un altro?

È soprattutto una questione di far riposare certi strumenti maggiormente utilizzati per non sfiancarli. Sono strumenti che hanno più di trecento anni e la tensione delle corde sul legno è una tensione molto forte. Sono molto attento anche ai cambiamenti climatici e all’umidità. Per cui più che un’esigenza musicale è un’esigenza propria dello strumento e al fatto che deve ogni tanto riposare.

Per concludere una domanda all’uomo Salvatore Accardo. Qual è la sua giornata tipo quando il musicista Accardo “si siede”?

Sono un grande appassionato di calcio e soprattutto della mia squadra che è la Juventus. Quando sono a casa leggo e mi rilasso vedendo molti film di Totò.

Per gentile concessione de “La Rosa nel Cristallo” (trimestrale di cultura)

Tra un’estate e un’arancia

di Renato Pareti

30 anni fa c’era Barry White a Sanremo. Lo ricordo bene perché quell’anno vinsi il festival come compositore con la canzone Bella da morire, cantata dagli Homo Sapiens.Già in quell’occasione era evidente che c’era in atto un grande cambiamento per la musica.La nostra melodia, quasi sempre appoggiata su ritmi lenti e romantici subiva delle vere e proprie docce scozzesi dal nuovo modo di essere gestita. Ricordo che Barry portò con sé solo gli elementi della ritmica e affidò il resto all’orchestra della Rai, la quale faticò non poco a seguire il maestro.L’America ci stava imponendo i suoi ritmi e non era che l’inizio.Tra un’estate e un’arancia i sintetizzatori, le batterie elettroniche, i registratori casalinghi multipiste si sostituirono al materiale umano e nel giro di poco tempo tutto doveva “picchiare”.Prese il sopravvento il sound e nacquero i deejay. Questi ultimi dimostrarono quanto fosse facile fare musica con una trovatella ripetuta all’infinito, adattata ad un campione preso da chissà quale libreria e le canzoni cambiarono completamente fisionomia. Assistemmo tutti ad un decennio di scorrerie tra i vari cataloghi musicali, ai taglia e cuci dei campionatori, alla musica fatta in casa. Noi autori ci adeguammo alle nuove tecnologie, e se da una parte fu un arricchimento, dall’altra nacque, in seguito, una confusione di ruoli che ci portiamo ancora oggi appresso. Se prima il nostro compito principale era quello di scrivere delle belle canzoni, adesso occorreva fare molto di più: comporle, arrangiarle, produrle, essere fonici, programmatori al computer, gestire le pubbliche relazioni con le case discografiche, che nel frattempo si assottigliavano per numero e venivano inglobate dalla multinazionale di turno e con quei pochi editori rimasti i quali non avevano più nessuna voglia di coltivare un parco autori, bensì preferivano sempre più comprare situazioni già consolidate… Tra un’estate e un’arancia era cambiato tutto. In meglio o in peggio?A giudicare dalle lamentele di tutti i settori della musica, in peggio, direi. Il tema di questa riunione è: I diritti della musica, insieme per difenderli.
Mi faccio tre domande: la musica ha dei diritti? E se li ha cosa si deve fare per difenderli?
C’è la volontà d’invertire la tendenza? Sì, perché a volte ho la sensazione che ci si lamenti di come stiano andando le cose, ma che tutto sommato vada bene così. Ma così non va meglio. Tutti dobbiamo aver voglia di salvare la nostra musica e i suoi diritti. L’autore, l’esecutore, l’amministratore della multinazionale, i media, i cosiddetti addetti ai lavori, tutti si devono rispetto e tutti devono rispettare la musica. Tutti siamo dentro alla sua emozione.

Faccio alcune riflessioni:
innanzi tutto, uno stato dove il sistema politico ha da sempre considerato la composizione come bene voluttuario di consumo e non come espressione culturale del proprio paese, non allineandola mai come tassazione al libro, per esempio, già contribuisce a denigrarla.
In secondo luogo, le strutture che dovrebbero confezionare la musica italiana come la difendono?
Dall’avvento delle radio private hanno permesso che queste ultime la regalassero letteralmente a chi prima la comperava o ai pirati. E poi, cosa ancora più grave, si sono sottomesse alla presunta cultura globale dei deejay i quali, bravissimi per la musica da discoteca, una volta lasciati liberi di fare, hanno uniformato, standardizzato suoni, arrangiamenti, stesure, stili, facendo morire qualsiasi tentativo di rimessa in uso della canzone. Per troppi anni molti network hanno disdegnato la musica italiana, trasmettendola solo in occasione dei festival e soltanto perché faceva “odience”, ma quasi vergognandosene.
D’altronde le stesse strutture, ormai quasi tutte multinazionali hanno continuato ad investire sempre di meno sulla musica italiana. Se non ci fossero stati i vari festival di Sanremo più o meno riusciti, quali spazi avrebbe avuto la nostra composizione in tempi storici in cui tutto muta tra un’estate e un’arancia?
Tra un’estate e un’arancia sono arrivati il digitale, le fibre ottiche, Internet e tutto ricambia di nuovo.
Sembrerebbe quasi che ogni mutamento sia a favore della musica gratuita, senza diritti di sorta. Qualcuno si è addirittura convinto che debba essere così! Pazzesco! E’ come dire ad uno stilista: tu mi crei un vestito, mi scegli un paia di scarpe e tutti gli accessori e io li uso ma non ti devo niente! Provate a farlo!!!
Come possiamo difendere insieme la nostra musica?
Tra un’estate e un’arancia siamo sottoposti a crisi di adattamento all’evolozione o all’involuzione.
Per fortuna negli ultimi anni ho assistito a qualche episodio davvero gustoso per un autore veterano come me.
Celentano vende improvvisamente 3 milioni di copie. Come è potuto accadere se il suo precedente tentativo aveva pressoché fallito? Perché sono ricomparsi gli autori, quelli bravi, quelli che sanno scrivere le canzoni. Gianna Nannini, data per pensionata, quest’anno fa un successo pazzesco arrivando in cima alla hit parade, entrando negli spot della pubblicità etc. Cos’è successo? Canzoni! Ancora canzoni da cantare, non riff da discoteca che durano un mese sì e no. Intendiamoci, non ce l’ho né con i deejay (lo sono stato anch’io per tanti anni), né con la musica da discoteca, una parte della quale mi piace anche moltissimo. Ce l’ho col fatto che ognuno deve avere il suo spazio e che i totalitarismi o gli appiattimenti generalizzati fanno morire la musica.
Ora si ritorna ad andare in studio di registrazione a chiamare l’orchestra, ci si vanta di avere fatto un album live, un “unplugged” e Laura Pausini va in Hit parade con “Io canto” ed Elisa ci delizia le orecchie con “Gli ostacoli del cuore”. Che bello! Ma sono ancora solo gocce nel mare della musica.
Dunque, la soluzione qual è? Ce n’è più di una a mio avviso

1. Picchiamo molto più forte dei deejay su chi ruba la musica in rete o fuori dalla rete. Gli autori vivono economicamente con i proventi che gli derivano dalla diffusione e dalla vendita delle loro opere frutto dell’ingegno. Nessuno di essi deve essere costretto a regalare né a campione (una tantum) né ad esecuzione singola e se lo fa dev’essere una sua decisione.

2. Facciamo di tutto perché la musica legale costi un po’ di meno e sia alla portata di tutte le tasche.

3. Limitiamo le esondazioni straniere con robusti argini italiani. Dobbiamo mobilitarci tutti per questo, e in fretta! Che ci sia un confronto alla pari e non una sottomissione. Le strutture devono invertire la tendenza e far pesare anche in sede politica i propri sforzi per conservare un’identità sacrosanta che è quella delle nostre radici, della nostra cultura. Noi non siamo nati né a New Jork, né a Nashville; siamo di Roma o di Abbiategrasso e dobbiamo esserne fieri.

4. Creiamo una cultura dell’autore e del compositore, rispettiamoli quando usiamo le loro opere e ringraziamoli almeno citandoli durante le esecuzioni televisive. Possibile che ci siano titoli di testa e di coda per registi, aiuto registi, elettricisti, meccanici, sarti costumisti, stilisti, fotografi, calzaturifici e tutta la bella compagnia e non ci siano titoli per chi ha scritto le canzoni con le quali un intero spettacolo musicale viene realizzato e mandato in onda?

5. Investiamo sulla musica italiana che spesso è bella e arriva anche a vendere 3 milioni di copie solo in Italia. Coltiviamo le nicchie per fare affiorare le sfumature della creatività. Paolo Conte, Gaber, Lauzi e molti altri meno famosi di loro ci hanno migliorato l’esistenza.

6. Sarebbe un’idea investire in radio nazionali nuove di zecca che gestiscano il repertorio vecchio e nuovo delle strutture in modo equanime e per il sol fine di fare gli interessi d’informazione totale della musica e non delle radio in sé. Sarà poi il pubblico a scegliere e a scartare.

7. E infine ridiamo agli autori, quelli nuovi e quelli che hanno dimostrato sul campo di avere costruito qualcosa nella storia della musica italiana più spazio per esprimersi. Ascoltiamoli sempre, fidiamoci di loro, perché potrebbero avere sul loro cd canzoni come “L’emozione non ha voce” .
Perdersi milioni di copie vendute, perché si è costretti a stare sempre in riunione, mettendo come esaminatore dei brani un manager appena laureato in economia che conosce sì e no 6 canzoni, non è per niente costruttivo.

Tra un’estate e un’arancia forse potrebbe migliorare ancora tutto e finalmente i diritti della musica potrebbero stemperare un po’ di quel magone onnipresente.

Una proposta di legge per la musica

che sia la volta buona?
di Andrea Marco Ricci, Presidente di Note Legali (www.notelegali.it)

È stata assegnata in sede referente già dal 31 luglio 2006, la proposta di legge titolata “Disposizioni a sostegno del settore musicale”, d’iniziativa dell’On.le Andrea Colasio, che, se approvata, rappresenterebbe un importante passo avanti nel riconoscimento legislativo del valore culturale della musica, intesa in tutte le sue forme.
La ratio ispiratrice della proposta di legge è, da un lato, quella di accompagnare e sostenere la trasformazione dell’industria musicale verso i nuovi scenari aperti al mercato dalla rivoluzione tecnologica e, dall’altro, quella di promuovere fortemente il prodotto musicale italiano e i giovani talenti all’estero, favorendo lo sviluppo di sinergie fra cinema e musica.
Il testo presentato contiene interessanti interventi di sostegno allo sviluppo, che vale la pena evidenziare e che riassumiamo in breve:
a) la previsione di un credito di imposta pari al 5 per cento in favore delle imprese fonografiche che effettuino investimenti in attività per la ricerca e lo sviluppo di opere prime di artisti italiani emergenti o programmi di ristrutturazione economico-produttiva concernente l’acquisto, il potenziamento e l’ammodernamento delle attrezzature tecniche nell’ambito dei processi di trasformazione delle strutture produttive verso tecnologie digitali;

b) un intervento finanziario statale pari a 20 milioni di euro per sostenere le imprese impegnate nella digitalizzazione del repertorio nazionale e in iniziative imprenditoriali funzionali all’ampliamento di contenuti digitali da immettere in rete;
c) l’estensione alla produzione di video musicali di particolare rilievo artistico-culturale degli incentivi e contributi previsti dalla legislazione vigente in favore delle imprese di produzione cinematografica ai sensi del decreto legislativo n. 28 del 2004;
d) l’istituzione, sulla base dell’esperienza francese, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, di un Ufficio, diretto da un comitato permanente presieduto da un rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali e dai rappresentanti degli operatori del settore musicale, per la promozione della musica italiana all’estero con il compito di promuovere e di diffondere il prodotto discografico nazionale e la produzione artistico-musicale italiana;
e) una delega al Governo ad emanare uno o più decreti legislativi recanti interventi fiscali in favore dello spettacolo dal vivo.
La novità tuttavia più rilevante, è rappresentata dal principio contenuto in apertura del testo di legge, che punta al riconoscimento della musica, in tutte le sue forme, quale mezzo di espressione artistica e di promozione culturale, quale “aspetto fondamentale della cultura e insostituibile valore sociale, economico e formativo della collettività, riconosciuto e garantito ai sensi dell’articolo 33 della Costituzione”.
L’iniziativa legislativa è sostenuta con forza dai rappresentanti del mondo della musica, costituitisi nel “Tavolo della Musica”. Ai soggetti che hanno formato inizialmente il “Tavolo”, ovvero i principali rappresentanti dell’industria musicale discografica e dal vivo (Afi, AudioCoop, Fimi, Pmi, Arci, Assoartisti, Assomusica e Superclub) si sono recentemente uniti al sostegno dell’iniziativa anche altre importantissime realtà del settore musicale, quali rappresentanze degli autori ed editori musicali (UNCLA, ACEP, FEM) e sindacati dei lavoratori dello spettacolo.
Il sostegno (finalmente) unitario da parte dei principali operatori del settore discografico e musicale certamente dovrebbe costituire uno stimolo a migliorare nella forma i principi contenuti nella proposta di legge, e ad assicurare al legislatore una controparte qualificata nel dialogo istituzionale.
Auspichiamo che tale iniziativa riesca a tramutarsi in legge dello Stato, segnando l’inizio di un’era di riforme strutturali che valorizzino finalmente il mondo dello spettacolo e della cultura.

L’Uncla e lo Spirito dei fondatori

di Pino Amendola

La partecipazione numerosa degli associati UNCLA alla riunione dell’assemblea tenutasi il 14 novembre 2006, per la nomina del nuovo direttivo, ha segnato un importante momento di coesione e condivisione dei tanti problemi che incombono sulla nostra categoria.

L’incontro tra molti associati è stato anche opportuno per lo scambio di pareri e proposte costruttive ma il dato più significativo emerso dalla riunione, è stato il clima di rinnovata fiducia e sentita concordia, una sorta di cemento ideologico che consolida il bisogno  di sentirsi parte riconosciuta di una collettività.

E’ formidabile pensare che l’UNCLA esercita magicamente questo senso di fraterna e motivata appartenenza tra i suoi associati.

Forse tutto questo è da attribuire al geniale e ispirato pensiero dei soci fondatori dell’UNCLA.

Loro per primi,  nel lontano giugno del 1946, compresero  il bisogno di istituire un sindacato che difendesse i diritti dell’ autore di un’opera musicale o letteraria, dagli abusi che  all’epoca, venivano esercitati da più parti .

Il pensiero di allora persiste nelle nostre menti come una sorte di fattore genetico.

Grande rispetto e riconoscenza dobbiamo agli illustri  soci fondatori dell’UNCLA ed a tutti coloro altrettanto illustri, che si sono succeduti nelle cariche sociali fino ad oggi. Le “battaglie” sostenute dall’UNCLA  a difesa dei diritti degli autori fanno parte ormai della storia.  Prova ne è l’alto riconoscimento di “Associazione di categoria con  maggiore rappresentatività fra le organizzazioni sindacali nazionali (D.M. 12/07/1978 – G.U. n. 211).

L’ultimo prestigioso riconoscimento  è stato conferito all’UCLA il 23 gennaio 2007 nella riunione tenutasi a Cannes in occasione del Midem, da parte delle associazioni sindacali  europee di  autori di musica popolare.
L’UNCLA, infatti  rappresenterà l’Italia , quale membro permanente nel Consiglio Direttivo del Sindacato Europeo APCOE

E’ evidente l’operosità del sindacato nel perseguire gli scopi istituzionali anche oltre confine nell’interesse non solo dei propri associati, ma dell’intera comunità autorale

Confidiamo in chi legge queste righe per una sensibilizzazione a sostegno dell’UNCLA con il rinnovo dell’iscrizione, quale segno tangibile di costruttiva collaborazione.
Le idee e le legittime aspirazioni per il riconoscimento dei propri diritti, si rivelerebbero sterili se non ci fossero le necessarie risorse per  portarne avanti il progetto di realizzazione.

Gli impegni e le lotte per poter raggiungere i nostri futuri obiettivi non hanno tregua, così come non avranno tregua le stagioni e quei geni che caratterizzano  il nostro pensiero  e una rinnovata coscienza comune.

Sono un autore puro

di Eugenio Del Sarto

Sono un autore puro.

Non faccio parte di gruppi musicali, non ho studi di registrazione, non insegno musica o altro in alcuna scuola, non sono dipendente di qualche casa discografica, né di edizione musicale, non sono né impresario teatrale né tantomeno ho interessi in discoteche, locali da ballo, discopub o altro. Non sono neppure un cantautore. Ripeto,  sono un autore puro ( nel senso che faccio solo l’ autore di canzoni). Scrivo testi e musiche e ogni volta devo andarmi a cercare qualche interprete. Qui incomincia il bello. Finita la mia opera dell’ ingegno, se voglio che sia divulgata, non posso cantarmela o suonarmela da solo ( se non in un provino, giusto per farla ascoltare e meno male che ci sono i computers). Devo trovare un gruppo o un solista che la interpreti.
Potrei andare da un editore (puro anche lui)? Si ma dove lo trovo ? Allora vado da un editore che  negli anni è diventato anche discografico. Mi dice che il prodotto è buono ma che per il momento i suoi artisti sono già serviti. Vado da un discografico che negli anni è diventato anche editore. Mi dice che ha sotto contratto un ragazzo nuovo, molto bravo, e mi chiede se sono disposto a contribuire alle spese di incisione, stampa, promozione del disco e per fortuna non sono una bella ragazza. Grazie ma non posso.

Vado negli uffici di una multinazionale perché conosco una persona che ha un amico che andava in palestra con la fidanzata di un impiegato di questa multinazionale del disco. Uffici megagalattici con alle pareti dischi d’ oro di nomi altisonanti. Non riesco nemmeno a vedere questo impiegato ma alla reception mi dicono di lasciare il mio provino alla cortese attenzione del Dott. …… che mi farà sapere qualcosa do po aver ascoltato il mio cd Demo. Sono ancora in attesa.

A proposito di Demo e se cercassi su internet come posso contattare Morselli ? Magari qualcosa posso fargli avere. Oppure Renato Zero o la Pausini, o Bocelli o Ramazzotti. Tanto non costa niente.

Basta inviare una e-mail con allegato il file ed aspettare. Già che ci sono mi spingo fino in America sperando che all’ estero abbiano più considerazione di me.. Provo a far pervenire a qualche  casa discografica oltre oceano il mio prodotto e attendo. Attendo, attendo.

Mi rispondono la Pausini, Ramazzotti e Bocelli, quasi contemporaneamente con un e-mail simile con la quale mi dicono che per il momento, dopo l’ ultimo disco ( così, così ) stanno facendo un Cd di covers e quindi non hanno bisogno di brani inediti. E meno male che sono un autore puro finchè si vuole ma  anche abbastanza bravo perché altrimenti non mi avrebbero neanche risposto. O forse si. Allora aspettiamo un altro anno quando i suddetti faranno un disco di inediti. Dopo qualche giorno di modesta depressione, mi ricordo che nel mio condominio abita un ragazzo che suona la chitarra in un gruppo di liscio. Provo a vedere se riesco con un po’ di fortuna a diventare un Terzo Casadei. Adatto la mia composizione alle esigenze del ballo e speranzoso lascio al condomino il mio CD. Passano alcuni giorni e il chitarrista mi invita ad una bella festa di piazza ed io vado per la prima volta a sentire una bella orchestra di liscio, una di quelle che va per la maggiore. Il capo mi accoglie a braccia aperte entusiasta per il brano che gli ho dato. Mi presenta dal palco alla folla neanche fossi Burt Bacharach e mi incensa come fossi Morricone. Ho trovato la mia strada. Morale della favola: se qualche giovane autore vuole incominciare a seminare i suoi prodotti, incominci dalle orchestre da ballo, rischia di riuscire a mantenersi con i proventi Siae facendo solo l’ autore “puro”. Poi si vedrà, potrebbe anche  andare a cercare la Pausini. Ciao.

PS. Ogni riferimento personale o a terzi è puramente voluto.

Sanremo dimentica gli Autori

Nel corso delle prime due serate del Festival della Canzone italiana di Sanremo, spazio a canzoni e cantanti ma scarso rilievo agli autori dei braniAssociazioni sindacali nazionali degli autori e degli editori in prima linea nel manifestare un congiunto e forte dissenso nei confronti dei responsabili del Festival di Sanremo che, in questa edizione, sembrano avere dimenticato il ruolo di primo piano svolto dagli autori dei brani in gara che dovrebbero essere protagonisti alla stregua dei cantanti e delle canzoni.

Nel corso delle serate invece i nomi degli autori dei brani in gara non sono stati citati con il dovuto rilievo.
Acep, Anem, Fem, Unemia, l’Associazione, Uncla, Snac ritengono invece fondamentale promuovere il riconoscimento del ruolo e dell’importanza degli autori non solo per la “giusta e doverosa” valorizzazione del loro operato, ma anche per interesse della parte imprenditoriale che sulla loro creatività ha creduto e investito.

ACEP, ANEM, FEM, L’ASSOCIAZIONE, UNCLA, UNEMIA, SNAC