Su iniziativa dell’UNCLA nasce nella rete “Il Giornale degli Autori”

Da pochi giorni è online il sito de “Il giornale degli autori” (www.ilgiornaledegliautori.it), un progetto che coinvolge gli autori della musica colta e popolare italiana.
“Il giornale degli autori” nasce da un’idea di Silvano Guariso, Daniele Coletta e Giovanni d’Ammassa, con la realizzazione tecnica di Angelo Tracanna. E’ uno spazio dedicato a tutti gli autori, letterari, teatrali, televisivi, di canzoni, cinematografici, pubblicitari e di arti figurative. Un progetto sostenuto dal sindacato degli autori più antico del nostro Paese, l’UNCLA (www.uncla.it).
Il fine è quello di dare voce ai diretti protagonisti della scena culturale moderna italiana, senza nessuna mediazione giornalistica votata al sensazionalismo. Gli autori, persone non comuni, sono individualità ricche di idee interessanti, e hanno responsabilità importanti per la crescita culturale ed educativa del nostro Paese. Messi da parte e oscurati dalla mercificazione del sistema mediatico, rivendicano i propri diritti e la propria integrità intellettuale.
In questo spazio tutti gli autori che si registreranno, possono collaborare alla pubblicazione dei contenuti e contribuire alla nascita di una comunità di addetti ai lavori che interagisca e sviluppi progetti per difendere, diffondere e dimostrare la necessità della cultura, quale elemento imprescindibile per la crescita scientifica e artistica del nostro Paese.
Senza cultura il passato non edifica il futuro, ma lo involgarisce.

Intervista al violinista Salvatore Accardo

di Angelo Mantovani

Il 13 settembre 2005 nella Piazza Monumentale di Castell’Arquato le è stato assegnato il XXIV Premio Internazionale ”Luigi Illaca” in riconoscimento alla sua prestigiosa carriera. Un momento che concilia l’iniziativa privata con quella pubblica.

Quanto conta, secondo lei, l’iniziativa privata nel mondo dell’occupazione giovanile nel campo artistico – musicale?

In questo momento credo che conti moltissimo perché se non fosse per l’iniziativa privata molti giovani non potrebbero far niente. In questi anni noi abbiamo il paradosso di avere tantissimi giovani bravi che non hanno lavoro e quindi non sanno come sostenersi poiché non riescono a guadagnare. Se non fosse per l’iniziativa privata le altre iniziative fanno poco e niente. Ben venga quindi l’iniziativa privata per i giovani.

Il rapporto tra i giovani e le istituzioni si presenta nella società odierna in modo favorevole a questa conciliazione?

Quello che manca in un paese come il nostro, e che farebbe da collante tra i giovani e le istituzioni, è l’educazione musicale. L’educazione musicale è assolutamente inesistente e quando c’è, è fatta male e quindi bisognerebbe fare qualche cosa perché rischiamo di non avere pubblico domani. Non c’è ricambio poiché i giovani in generale sono bombardati da tantissime altre cose. La scuola dovrebbe invece far capire ai giovani che esistono altre situazioni musicali ed esiste altra musica. Saranno poi i giovani stessi a scegliere. È ovvio: non è detto che a tutti coloro che riceveranno un’educazione musicale, piacerà Beethoven, Mozart, Schubert, Berio, Nono o quello che sia. Devono avere però la possibilità di scegliere. Bisogna assolutamente fare qualche cosa per l’educazione musicale.

Iniziative editoriali e nuove rassegne come La Musica e Il Bene sono auspicabili veicoli di formazione e di scambio fra chi è giunto al massimo della carriera e chi aspira quanto meno ad avvicinarsi a questi traguardi?

Sicuramente sono auspicabili e per fortuna che ci sono! Ma come dicevo prima, è nella scuola che nasce la cultura. Perchè si deve sapere chi è Giuseppe Garibaldi e non sapere chi è Mozart?!Che sensazione le dà incontrare nuove formazioni orchestrali come l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Europea  con cui ha tenuto il concerto nella serata della sua premiazione?Mi fa ben sperare perché sono quelle che fanno tenere in vita i giovani facendoli lavorare. L’iniziativa privata di queste nuove formazioni che nascono con un po’ di giovani e un po’ di “vecchi” che insegnino loro ancora il mestiere di suonare in orchestra è magnifico e molto importante.

Per chi vuole intraprendere questo percorso, quanto l’arte si concilia con la quotidianità della vita?

L’arte si concilia sempre, si è sempre conciliata e si concilierà sempre. Bisogna fargliela fare l’arte a questi che poi sono artisti.

Quali sono gli elementi caratteriali che mantengono vivo e sono per questo indispensabili all’animo del musicista?

Quello che io cerco di insegnare a tutti i miei allievi è prima di tutto l’umiltà, secondo la serietà e poi il rispetto per i compositori che ci hanno lasciato questi capolavori che vengono molte volte rovinati da interpretazioni che mancano di rispetto al compositore e alla sua opera. Queste sono i tre elementi che cerco di inculcare ai miei allievi.

Che criterio utilizza per scegliere nella sua vasta collezione di violini uno strumento rispetto ad un altro?

È soprattutto una questione di far riposare certi strumenti maggiormente utilizzati per non sfiancarli. Sono strumenti che hanno più di trecento anni e la tensione delle corde sul legno è una tensione molto forte. Sono molto attento anche ai cambiamenti climatici e all’umidità. Per cui più che un’esigenza musicale è un’esigenza propria dello strumento e al fatto che deve ogni tanto riposare.

Per concludere una domanda all’uomo Salvatore Accardo. Qual è la sua giornata tipo quando il musicista Accardo “si siede”?

Sono un grande appassionato di calcio e soprattutto della mia squadra che è la Juventus. Quando sono a casa leggo e mi rilasso vedendo molti film di Totò.

Per gentile concessione de “La Rosa nel Cristallo” (trimestrale di cultura)

Dall’Italia all’Europa: facciamo sentire meglio la nostra “voce”!!

Nasce a Madrid, nell’ambito del primo Incontro europeo di compositori e autori di musica, la ECSA, European Composers and Songwriters Alliance, una nuova associazione di musicisti che riunisce organismi di 22 paesi. Fra gli scopi dell’associazione rappresentare i creatori di qualsiasi genere musicale nei rapporti con i politici, le istituzioni, i gestori e gli organismi culturali e commerciali.
L’ECSA riunisce sotto un unico cappello APCOE (Alliance of Popular Composers Organisations in Europe) di cui U.N.C.L.A fa già parte come membro effettivo permanente per l’Italia, ECF (European Composers Forum) e FFACE (Federation of Film and Audiovisual Composers of Europe). La sede dell’associazione sarà Bruxelles.
Questo rappresenta un ulteriore passo verso una maggior tutela e difesa dei diritti della categoria.

Indette le elezioni SIAE per il rinnovo Assemblea

Con la delibera n. 2 del 1° febbraio 2007 firmata dal presidente della Siae Giorgio Assumma, sono indette le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea della Siae per il quadriennio 2007-2011.
L’Assemblea costituisce l’unico organo elettivo della Siae composto, in base a quanto previsto dall’art. 4, dello statuto della società, da 64 membri così suddivisi: 16 autori e 16 editori della musica; 4 autori e 4 produttori di film e di opere assimilate; 6 autori, 2 editori e 2 concessionari del dramma e della prosa, della rivista e della commedia musicale, dell’operetta e delle opere radio televisive; 2 autori e 4 editori di opere liriche, di balletti, oratori e opere analoghe; 4 autori e 4 editori di opere letterarie, multimediali e delle arti plastiche e figurative.
Le elezioni si terranno domenica 24 giugno 2007; i seggi elettorali saranno aperti dalle ore 8.00 alle ore 20.00.
Tutte le informazioni relative al regolamento e al procedimento elettorale saranno consultabili sul sito: www.siae.it/Elezioni.asp

La delegazione UNCLA a Sanremo mette i puntini sulle “i”

Voglio ringraziare personalmente e a nome dell’Uncla, il nostro relatore Renato Pareti che col suo intervento ha sintetizzato in cinque minuti 30 anni di mutamenti della musica, costringendo i presenti ad applausi sinceri e a riflessioni sul disagio continuo sopportato dagli autori.
Silvano Guariso (responsabile dei rapporti con le istituzioni).
Di seguito il suo intervento:

TRA UN’ESTATE E UN’ARANCIA :

30 anni fa c’era Barry White a Sanremo. Lo ricordo bene perché quell’anno vinsi il festival come compositore con la canzone Bella da morire, cantata dagli Homo Sapiens.
Già in quell’occasione era evidente che c’era in atto un grande cambiamento per la musica.
La nostra melodia, quasi sempre appoggiata su ritmi lenti e romantici subiva delle vere e proprie docce scozzesi dal nuovo modo di essere gestita. Ricordo che Barry portò con sé solo gli elementi della ritmica e affidò il resto all’orchestra della Rai, la quale faticò non poco a seguire il maestro.
L’America ci stava imponendo i suoi ritmi e non era che l’inizio.
Tra un’estate e un’arancia i sintetizzatori, le batterie elettroniche, i registratori casalinghi multipiste si sostituirono al materiale umano e nel giro di poco tempo tutto doveva “picchiare”.
Prese il sopravvento il sound e nacquero i deejay. Questi ultimi dimostrarono quanto fosse facile fare musica con una trovatella ripetuta all’infinito, adattata ad un campione preso da chissà quale libreria e le canzoni cambiarono completamente fisionomia. Assistemmo tutti ad un decennio di scorrerie tra i vari cataloghi musicali, ai taglia e cuci dei campionatori, alla musica fatta in casa.
Noi autori ci adeguammo alle nuove tecnologie, e se da una parte fu un arricchimento, dall’altra nacque, in seguito, una confusione di ruoli che ci portiamo ancora oggi appresso. Se prima il nostro compito principale era quello di scrivere delle belle canzoni, adesso occorreva fare molto di più: comporle, arrangiarle, produrle, essere fonici, programmatori al computer, gestire le pubbliche relazioni con le case discografiche, che nel frattempo si assottigliavano per numero e venivano inglobate dalla multinazionale di turno e con quei pochi editori rimasti i quali non avevano più nessuna voglia di coltivare un parco autori, bensì preferivano sempre più comprare situazioni già consolidate… Tra un’estate e un’arancia era cambiato tutto.
In meglio o in peggio?

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UNCLA a Sanremo

UNCLA è stata presente a Sanremo durante il Festival con un proprio spazio informativo presso il Palafiori, in uno stand condiviso con la S.I.A.E.,S.C.F.,I.M.A.I.E., A.F.I., F.I.M.I., P.M.I., F.P.M., C.A.P.I., E.M.C.A e FIPI.
Un ringraziamento alle persone che hanno presenziato nel nostro spazio: Giuseppe Amendola, Giulio Corselli, Gianluigi Canavese, Bobbio Redento, Alfredo Gallo, Renato Pareti, Silvano Guariso, Daniele Coletta, Giovanni D’Ammassa, Athos Poma.

Tra un’estate e un’arancia

di Renato Pareti

30 anni fa c’era Barry White a Sanremo. Lo ricordo bene perché quell’anno vinsi il festival come compositore con la canzone Bella da morire, cantata dagli Homo Sapiens.Già in quell’occasione era evidente che c’era in atto un grande cambiamento per la musica.La nostra melodia, quasi sempre appoggiata su ritmi lenti e romantici subiva delle vere e proprie docce scozzesi dal nuovo modo di essere gestita. Ricordo che Barry portò con sé solo gli elementi della ritmica e affidò il resto all’orchestra della Rai, la quale faticò non poco a seguire il maestro.L’America ci stava imponendo i suoi ritmi e non era che l’inizio.Tra un’estate e un’arancia i sintetizzatori, le batterie elettroniche, i registratori casalinghi multipiste si sostituirono al materiale umano e nel giro di poco tempo tutto doveva “picchiare”.Prese il sopravvento il sound e nacquero i deejay. Questi ultimi dimostrarono quanto fosse facile fare musica con una trovatella ripetuta all’infinito, adattata ad un campione preso da chissà quale libreria e le canzoni cambiarono completamente fisionomia. Assistemmo tutti ad un decennio di scorrerie tra i vari cataloghi musicali, ai taglia e cuci dei campionatori, alla musica fatta in casa. Noi autori ci adeguammo alle nuove tecnologie, e se da una parte fu un arricchimento, dall’altra nacque, in seguito, una confusione di ruoli che ci portiamo ancora oggi appresso. Se prima il nostro compito principale era quello di scrivere delle belle canzoni, adesso occorreva fare molto di più: comporle, arrangiarle, produrle, essere fonici, programmatori al computer, gestire le pubbliche relazioni con le case discografiche, che nel frattempo si assottigliavano per numero e venivano inglobate dalla multinazionale di turno e con quei pochi editori rimasti i quali non avevano più nessuna voglia di coltivare un parco autori, bensì preferivano sempre più comprare situazioni già consolidate… Tra un’estate e un’arancia era cambiato tutto. In meglio o in peggio?A giudicare dalle lamentele di tutti i settori della musica, in peggio, direi. Il tema di questa riunione è: I diritti della musica, insieme per difenderli.
Mi faccio tre domande: la musica ha dei diritti? E se li ha cosa si deve fare per difenderli?
C’è la volontà d’invertire la tendenza? Sì, perché a volte ho la sensazione che ci si lamenti di come stiano andando le cose, ma che tutto sommato vada bene così. Ma così non va meglio. Tutti dobbiamo aver voglia di salvare la nostra musica e i suoi diritti. L’autore, l’esecutore, l’amministratore della multinazionale, i media, i cosiddetti addetti ai lavori, tutti si devono rispetto e tutti devono rispettare la musica. Tutti siamo dentro alla sua emozione.

Faccio alcune riflessioni:
innanzi tutto, uno stato dove il sistema politico ha da sempre considerato la composizione come bene voluttuario di consumo e non come espressione culturale del proprio paese, non allineandola mai come tassazione al libro, per esempio, già contribuisce a denigrarla.
In secondo luogo, le strutture che dovrebbero confezionare la musica italiana come la difendono?
Dall’avvento delle radio private hanno permesso che queste ultime la regalassero letteralmente a chi prima la comperava o ai pirati. E poi, cosa ancora più grave, si sono sottomesse alla presunta cultura globale dei deejay i quali, bravissimi per la musica da discoteca, una volta lasciati liberi di fare, hanno uniformato, standardizzato suoni, arrangiamenti, stesure, stili, facendo morire qualsiasi tentativo di rimessa in uso della canzone. Per troppi anni molti network hanno disdegnato la musica italiana, trasmettendola solo in occasione dei festival e soltanto perché faceva “odience”, ma quasi vergognandosene.
D’altronde le stesse strutture, ormai quasi tutte multinazionali hanno continuato ad investire sempre di meno sulla musica italiana. Se non ci fossero stati i vari festival di Sanremo più o meno riusciti, quali spazi avrebbe avuto la nostra composizione in tempi storici in cui tutto muta tra un’estate e un’arancia?
Tra un’estate e un’arancia sono arrivati il digitale, le fibre ottiche, Internet e tutto ricambia di nuovo.
Sembrerebbe quasi che ogni mutamento sia a favore della musica gratuita, senza diritti di sorta. Qualcuno si è addirittura convinto che debba essere così! Pazzesco! E’ come dire ad uno stilista: tu mi crei un vestito, mi scegli un paia di scarpe e tutti gli accessori e io li uso ma non ti devo niente! Provate a farlo!!!
Come possiamo difendere insieme la nostra musica?
Tra un’estate e un’arancia siamo sottoposti a crisi di adattamento all’evolozione o all’involuzione.
Per fortuna negli ultimi anni ho assistito a qualche episodio davvero gustoso per un autore veterano come me.
Celentano vende improvvisamente 3 milioni di copie. Come è potuto accadere se il suo precedente tentativo aveva pressoché fallito? Perché sono ricomparsi gli autori, quelli bravi, quelli che sanno scrivere le canzoni. Gianna Nannini, data per pensionata, quest’anno fa un successo pazzesco arrivando in cima alla hit parade, entrando negli spot della pubblicità etc. Cos’è successo? Canzoni! Ancora canzoni da cantare, non riff da discoteca che durano un mese sì e no. Intendiamoci, non ce l’ho né con i deejay (lo sono stato anch’io per tanti anni), né con la musica da discoteca, una parte della quale mi piace anche moltissimo. Ce l’ho col fatto che ognuno deve avere il suo spazio e che i totalitarismi o gli appiattimenti generalizzati fanno morire la musica.
Ora si ritorna ad andare in studio di registrazione a chiamare l’orchestra, ci si vanta di avere fatto un album live, un “unplugged” e Laura Pausini va in Hit parade con “Io canto” ed Elisa ci delizia le orecchie con “Gli ostacoli del cuore”. Che bello! Ma sono ancora solo gocce nel mare della musica.
Dunque, la soluzione qual è? Ce n’è più di una a mio avviso

1. Picchiamo molto più forte dei deejay su chi ruba la musica in rete o fuori dalla rete. Gli autori vivono economicamente con i proventi che gli derivano dalla diffusione e dalla vendita delle loro opere frutto dell’ingegno. Nessuno di essi deve essere costretto a regalare né a campione (una tantum) né ad esecuzione singola e se lo fa dev’essere una sua decisione.

2. Facciamo di tutto perché la musica legale costi un po’ di meno e sia alla portata di tutte le tasche.

3. Limitiamo le esondazioni straniere con robusti argini italiani. Dobbiamo mobilitarci tutti per questo, e in fretta! Che ci sia un confronto alla pari e non una sottomissione. Le strutture devono invertire la tendenza e far pesare anche in sede politica i propri sforzi per conservare un’identità sacrosanta che è quella delle nostre radici, della nostra cultura. Noi non siamo nati né a New Jork, né a Nashville; siamo di Roma o di Abbiategrasso e dobbiamo esserne fieri.

4. Creiamo una cultura dell’autore e del compositore, rispettiamoli quando usiamo le loro opere e ringraziamoli almeno citandoli durante le esecuzioni televisive. Possibile che ci siano titoli di testa e di coda per registi, aiuto registi, elettricisti, meccanici, sarti costumisti, stilisti, fotografi, calzaturifici e tutta la bella compagnia e non ci siano titoli per chi ha scritto le canzoni con le quali un intero spettacolo musicale viene realizzato e mandato in onda?

5. Investiamo sulla musica italiana che spesso è bella e arriva anche a vendere 3 milioni di copie solo in Italia. Coltiviamo le nicchie per fare affiorare le sfumature della creatività. Paolo Conte, Gaber, Lauzi e molti altri meno famosi di loro ci hanno migliorato l’esistenza.

6. Sarebbe un’idea investire in radio nazionali nuove di zecca che gestiscano il repertorio vecchio e nuovo delle strutture in modo equanime e per il sol fine di fare gli interessi d’informazione totale della musica e non delle radio in sé. Sarà poi il pubblico a scegliere e a scartare.

7. E infine ridiamo agli autori, quelli nuovi e quelli che hanno dimostrato sul campo di avere costruito qualcosa nella storia della musica italiana più spazio per esprimersi. Ascoltiamoli sempre, fidiamoci di loro, perché potrebbero avere sul loro cd canzoni come “L’emozione non ha voce” .
Perdersi milioni di copie vendute, perché si è costretti a stare sempre in riunione, mettendo come esaminatore dei brani un manager appena laureato in economia che conosce sì e no 6 canzoni, non è per niente costruttivo.

Tra un’estate e un’arancia forse potrebbe migliorare ancora tutto e finalmente i diritti della musica potrebbero stemperare un po’ di quel magone onnipresente.

Sanremo dimentica gli Autori

Associazioni sindacali nazionali degli autori e degli editori in prima linea nel manifestare un congiunto e forte dissenso nei confronti dei responsabili del Festival di Sanremo che, in questa edizione, sembrano avere dimenticato il ruolo di primo piano svolto dagli autori dei brani in gara che dovrebbero essere protagonisti alla stregua dei cantanti e delle canzoni.
Nel corso delle serate invece i nomi degli autori dei brani in gara non sono stati citati con il dovuto rilievo.
Acep, Anem, Fem, Unemia, l’Associazione, Uncla, Snac ritengono invece fondamentale promuovere il riconoscimento del ruolo e dell’importanza degli autori non solo per la “giusta e doverosa” valorizzazione del loro operato, ma anche per interesse della parte imprenditoriale che sulla loro creatività ha creduto e investito.

ACEP, ANEM, FEM, L’ASSOCIAZIONE, UNCLA, UNEMIA, SNAC

Convenzione UNCLA con Note Legali

UNCLA (Unione Nazionale Compositori Librettisti Autori di musica leggera), sindacato storico degli autori e compositori di musica, e Note Legali, hanno siglato una importante convenzione tra le due associazioni.
La convenzione prevede la realizzazione da parte di Note Legali di materiale divulgativo in tema di diritti d’autore e connessi e gestione collettiva dei diritti, destinato alla formazione di base dei Delegati Provinciali UNCLA.
UNCLA si è inoltre aggiunta agli altri cinque soggetti che hanno offerto il proprio patrocinio nel sostenere il corso NL300 – Internet e le nuove tecnologie: nuove opportunità e rischi per chi fa musica online, attualmente in svolgimento presso Music Academy 2000 a Bologna.
La convenzione siglata riconosce l’importanza della formazione di base relativa ai diritti e ai doveri di tutti gli operatori del settore, indispensabile per potere svolgere professionalmente l’attività creativa in campo musicale, nella quale Note Legali è particolarmente impegnata offrendo supporto giuridico specialistico.

Premio Siae ad Armando Trovajoli

In occasione del Festival di Sanremo, giunto quest’anno alla 57° edizione, la Siae ha attribuito al compositore Armando Trovajoli il premio alla carriera. Il premio SIAE viene consegnato dal Presidente Giorgio Assumma nella serata di venerdì 2 marzo: “Sono felice di premiare con Trovajoli, un grande della musica contemporanea – ha dichiarato Assumma – il suo nome è legato alle belle canzoni delle grandi commedie musicali italiane e a film che tutti ricordiamo con piacere e anche un po’ di nostalgia”. Tra i compositori più eclettici del nostro tempo, Trovajoli per il cinema ha scritto oltre trecento colonne sonore collaborando con registi del calibro di De Sica, Monicelli, Magni, Risi, Lattuada, Scola (con quest’ultimo il sodalizio dura da oltre quarant’anni). Per Garinei e Giovannini ha composto le commedie musicali più famose: da “Rugantino”, che è stata rappresentata anche a Hollywood, ad “Aggiungi un posto a tavola”, andata in scena quasi in tutto il mondo, da “Ciao Rudy”, scritta nel 1965 per Marcello Mastroianni, a “Vacanze romane”, una sfida (vinta) al musical americano. Appassionato di jazz, di cui è stato un pioniere in Italia, si è imposto negli Anni Cinquanta come uno dei migliori rappresentanti del europeo di questo genere. (Foto di Maurizio Valdarnini)