Musica: le vendite in Italia nel 2009 secondo Musica & Dischi

Flessione del 13,1 % in termini di fatturato industriale complessivo e del 5,4 % in termini di supporti fisici venduti, mentre il digitale vede un incremento del 9,8 %: queste le cifre relative al mercato italiano nel 2009, in base al rapporto annuale elaborato da M&D, pubblicato nel numero in uscita in questi giorni. In attesa dei dati provenienti dalle altre fonti di riferimento, previste per i prossimi mesi, la notizia è un segnale suscettibile di dare nuova fiducia agli operatori, che temevano un crollo delle vendite assai più consistente.
Fonte: M&D

AFI protesta: a Sanremo spazio solo per le grandi Majors

“Per il secondo anno consecutivo le circa 190 aziende discografiche associate ad AFI sono rimaste fuori dalla categoria Giovani del Festival di Sanremo”. Questa la denuncia, dettata da un disappunto molto più che formale, con cui il presidente dell’Associazione Fonografici Italiani, avv. Leopoldo Lombardi, ha scelto di esprimere in una nota di protesta.
I fatti sono noti: nei giorni scorsi sono stati pubblicati i nomi dei giovani artisti scelti per partecipare alla 60° edizione del Festival di Sanremo. Le aspettative dei Produttori Discografici Indipendenti erano elevate visto che ben 22 artisti, legati ad etichette iscritte all’Afi, su 78 erano stati convocati alle audizioni live conclusive. Ma la delusione è stata tanta quando si è appreso che, nella lista dei nominativi degli artisti scelti per partecipare nella categoria Nuova Generazione, nessuno apparteneva alle aziende legate ad Afi, storica associazione che raggruppa la maggior parte delle imprese discografiche nazionali. Molti, invece, i nomi legati ad aziende multinazionali.
Nella categoria Big non è andata meglio. Le aziende AFI si sono viste rappresentare con un solo artista sui 16 partecipanti. Va ricordato che qui la scelta dipendeva esclusivamente dal Direttore Artistico.
“Dobbiamo prendere atto della forte discriminazione riservata alle etichette indipendenti nostre associate. Decisioni di questo tipo, che determinano di fatto l’esclusione degli artisti legati alle etichette italiane indipendenti – ha commentato Leopoldo Lombardi – emarginano un intero sistema, già escluso dai talent show televisivi appannaggio esclusivo delle multinazionali e penalizzato dalla pirateria digitale, dall’assenza di aiuti e facilitazioni fiscali, previsti invece in altri paesi”.

La musica digitale nel mondo cresce del 12% con un fatturato complessivo di 4,2 miliardi di dollari e rappresenta il 27% dei ricavi di tutta la musica venduta

E’ stato presentato ieri dall’IFPI, la federazione internazionale dell’industria discografica, il rapporto 2010 sul mercato della musica digitale. Più di un quarto di tutti i ricavi delle case discografiche proviene ormai dai canali digitali, il fatturato dall’online hanno raggiunto i 4,2 miliardi di dollari, facendo registrare nell’ultimo anno, un incremento del 12% ed oggi rappresenta il 27% dei ricavi di tutta la musica venduta.
Le vendite di singoli brani nel 2009 sono aumentate di circa il 10% raggiungendo 1,5 miliardi di unità, del 20% è stata invece la crescita di album online scaricati, questo anche grazie all’introduzione di prezzi variabili e all’implementazione di DRM free download. Il brano più venduto del 2009 è stato Poker Face di Lady Gaga, con un totale di 9,8 milioni di unità. Questi in sintesi i numeri più rilevanti del mercato della musica digitale a livello mondiale nel 2009.
Sono cambiate anche le modalità di acceso alla musica: dall’offerta di contenuti associata ai servizi di connessione a banda larga, allo straming, audio e video, internet e mobile, ai servizi di dowanload gratuito supportati dalla pubblicità. Nell’ultimo anno le aziende del disco hanno stretto partnership commerciali con operatori che offrono servizi supportati dalla pubblicità come Spotify, Deezer, MySpace Music e We7; con gli ISP come TDC in Danimarca, Terra in Brasile e Sky nel Regno Unito; con gli operatori di telefonia mobile come Vodafone e i produttori di cellulari quali come Nokia e Sony Ericsson e con i canali di videosharing come YouTube, Hulu e Vevo.
Nonostante la continua crescita, il mercato digitale non riesce ancora a compensare l’andamento negativo dei prodotti tradizionali: le vendite digitali sono cresciute a livello globale del 940% dal 2004, ma il fatturato totale della musica è sceso di circa il 30% nello stesso arco temporale.
Questo anche a causa della pirateria che ha ridotto gli investimenti e i ricavi anche in mercati importanti in cui era molto forte il repertorio locale. In particolare Spagna, Francia e Brasile, in cui la vitalità storica e l’influenza della loro musica e degli artisti locali è sempre stata molto accentuata, stanno subendo forti ripercussioni a causa del crollo delle vendite.
In Francia, sono stati 107 gli album prodotti nel primo semestre del 2009, il 60% in meno rispetto allo stesso periodo del 2003 e i nuovi contratti con artisti francesi sono diminuiti del 60% passando da 91 nel primo semestre 2002 a 35 nello stesso arco di tempo del 2009. Complessivamente gli investimenti in marketing e promozione da parte dell’industria musicale francese è scesa nei primi sei mesi del 2009 del 9%.
In Spagna, anche a causa di una politica poco incisiva in tema di pirateria da parte del Governo, il crollo del mercato della musica è stato molto rilevante; nel 2009 infatti nessun artista spagnolo è entrato nella top 50 degli album più venduti contro i 10 presenti invece nel 2003. Complessivamente le vendite unitarie di albun di artisti spagnoli sono scese di circa il 65% tra il 2004 e il 2009. Oggi, file-sharing illegale in Spagna, al 32% degli utenti di Internet, è più che doppio rispetto al tasso europeo del 15% (Jupiter Research, 2009).
In Brasile le vendite di musica sono diminuite del 43% tra il 2005 e il 2009 con un impatto disastroso sugli investimenti anche in riferimento al repertorio locale, da sempre considerato molto importante.
Il Digital Music Report mostra anche come la pirateria digitale abbia inevitabilmente causato un cambiamento di clima intorno ad un’industria che da sempre ha fatto della creatività un elemento fondamentale. Risulta quindi evidente che siano necessari interventi leglislativi in grado di frenare il P2P e le altre forme di pirateria digitale e in questo senso la collaborazione con gli ISP Provider risulta fondamentale.
John Kennedy, Presidente di Ifpi, a margine della presentazione del nuovo rapporto ha precisato che “oggi vi sono ormai innumerevoli opportunità rispetto anche solo a pochi anni fa di acquistare online brani o interi album, e sarebbe molto bello se si potesse arrivare a raccogliere i frutti di questa innovazione attraverso importanti ricavi tali da consentire una forte crescita del mercato, quindi maggiori investimenti e più posti di lavoro. Tutto questo non è al momento possibile a causa soprattuto del fenomeno della pirateria che di fatto sta continuando non solo a contrarre il mercato globale ma va a colpire anche gli investimenti destinati al reportorio locale. I casi di Francia, Spagna e Brasile sono un emblema di quanto sia complessa e delicata l’attuale situazione”.
Nelle prossime settimane sarà disponibile anche la versione italiana del Digital Music Report 2010, con un approfondimento dedicato anche al mercato italiano.

Il Ministro Bondi difende l’equo compenso

“L’equo compenso e’ previsto da anni nel nostro sistema, in particolare dal decreto legislativo n. 68/2003, che ha attuato una direttiva comunitaria. Non e’ una tassa ma un compenso dovuto per legge a soggetti privati. Paesi come la Francia, la Germania e la Spagna (e altri ancora) hanno previsto da tempo tale compenso e lo hanno stabilito in misura ben piu’ alta di quanto lo abbiamo fatto noi”.
Il ministro dei Beni Culturali replica in particolare a un articolo appoarso sul quotidiano “La Repubblica” nei giorni scorsi. Il ministro sottolinea che “lo Stato non c’entra nulla” con tale compenso ricordando allo stesso tempo che “proteggere il diritto d’autore e’ un modo per consentire a creatori, interpreti ed esecutori di proseguire la propria attivita’ e preservare la loro autonomia e dignità”.
Bondi ha inoltre annunciato che sarà istituito un tavolo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio “nel quale saranno rappresentati tutti i soggetti portatori degli interessi coinvolti, compresi i consumatori”.
Fonte: AGI

In ricordo di Bruno De Filippi

E’ venuto a mancare nei giorni scorsi il Maestro Bruno De Filippi, noto per essere stato il chitarrista di Modugno nell’anno di “Volare nel blu dipinto di blu” accompagnando il cantautore pugliese anche durante l’esibizione al Festival di Sanremo 1958, oltre a essere stato l’autore della musica della famosissima canzone “Tintarella di luna” e un eccezionale armonicista.
Sensibile ad ogni stile musicale, qualitativamente elevato, negli anni ’60 e ’70, Bruno De Filippi collabora come chitarrista alle realizzazioni discografiche dei più famosi cantanti italiani: Mina, Caterina Valente, Johnny Dorelli, Ornella Vanoni. Nella sua quarantennale carriera, ha collaborato con i più importanti jazzisti del panorama internazionale (Louis Armstrong, Bud Shank, Gerry Mulligan, Astor Piazzolla, Les Paul, etc.), e italiani (Tullio De Piscopo, Enrico Intra, Franco Cerri, Guido Manusardi, Renato Sellani, Lorenzo Petrocca, etc.). Negli anni ’70 inizia ad intendificare la sua attività come armonicista, intervenendo con assoli al fianco di Mina, Pino Daniele, Toquiño, Rossana Casale, Caterina Valente, Gino Paoli. Dall’86 registra sotto il proprio nome gli album “Harmonica”, “Sweet Jazz From Italy”, “Portrait in Black and White” e “Different Moods” che ha la particolarità di contenere la jazz-suite “Metamorfosi” (masterizzato e ripubblicato dalla M.A.P. nel 2000), da lui composta per armonica e quartetto d’archi.
Il CD “Bruno De Filippi in New York with Friedman Trio” evidenzia il talento che Bruno ha sviluppato con l’armonica cromatica. Il sodalizio sviluppatosi con il pianista americano Don Friedman dà vita nel 1994 all’album “You and the night and the music” e a numerosi concerti in Europa e negli Usa. Importanti palcoscenici, hanno visto la sua armonica: “Town Hall”, “Birdland”, e il prestigioso “Blue Note” di New York, considerato uno dei più grandi jazz club del mondo; inoltre “The Green Mill” di Chicago, “Pier House” di Key West (Florida) e numerosi Jazz club in Germania e Indonesia. Ultimamente ha tenuto dei concerti in Russia alla “Philarmonic Hall” di S. Pietroburgo e alla “Convention Hall” di Honk Hong.
Bruno De Filippi era associato dell’UNCLA da moltissimi anni, e ricopriva la carica di consigliere nella Cassa Nazionale di Assistenza Mario Schisa.
Alla famiglia va il nostro più sentito cordoglio.
Il funerale si svolgera oggi alle ore 14.30 alla Chiesa San Vincenzo De’ Paoli in Via Pisacane 32 a Milano.

Copia privata: restituita dignita’ ai titolari dei diritti sui contenuti

L’emanazione del decreto di rideterminazione dei compensi di copia privata da parte del Ministro Bondi segna un capitolo di rilevante importanza per la tutela dei contenuti culturali in Italia. A conferma della grande sensibilità del Ministro per i beni e le attività culturali, si è colmato un vuoto normativo che sacrificava il ruolo dei titolari dei diritti sulle opere dell’ingegno (autori, produttori fono, produttori cinema e video, artisti) da più di 6 anni. Lo sviluppo e la diffusione commerciale delle nuove tecnologie ha consentito e consente una sempre maggiore, ed auspicabile, fruizione delle opere dell’ingegno, ma, a differenza degli altri Paesi europei, al successo delle nuove tecnologie non è finora corrisposto un proporzionato successo dei contenuti riprodotti e fruiti sotto forma di “copia privata”.
Il decreto emanato enuncia il principio che i diritti sulle opere dell’ingegno – che non sono tasse – vanno difesi e promossi in misura proporzionale al successo economico dei prodotti tecnologici che li veicolano. E’ questo, innanzitutto, un principio costituzionale, posto dalla nostra Carta, all’art. 9, che sancisce che è compito della Repubblica promuovere sia “la ricerca tecnica”, e quindi le tecnologie, sia, e non da meno, lo “sviluppo della cultura”. I due principi si presentano, nell’attuale era tecnologica, strettamente intrecciati ed il decreto del Ministro Bondi non fa altro che realizzare un contemperamento pratico degli interessi e dei diritti di tutti gli operatori del settore della ricerca tecnologica e di quello della creatività artistico-culturale, tenendo in considerazione, non ultimi, gli interessi dei consumatori.
Rispondendo ai principi e alle regole che l’Unione Europea ha da tempo indicato a tutti i Paesi, il decreto allinea l’Italia alle realtà economico-commerciali presenti nei Paesi di area euro che più sono vicini al nostro (Francia, Germania, Spagna).
In questa vicenda, la SIAE, posta dal Legislatore al centro del sistema della “copia privata” ha, dal suo canto, radunato intorno a sé le associazioni di tutti i titolari dei diritti, gli industriali cinematografici e del video, quelli fonografici, gli artisti. Ha prodotto una rilevante convergenza di azione ed ha a lungo osservato e studiato tecnicamente le realtà degli altri Paesi europei.
La SIAE, tuttavia non può essere pienamente soddisfatta dei livelli di compenso che il decreto oggi fissa, non ritenendolo ancora pienamente “equo”, pur se si comprende l’esigenza – espressa nel comunicato del Ministero – di individuare un punto di equilibrio tra le parti. L’Ente offre quindi, sin d’ora, la massima disponibilità alla partecipazione fattiva al Tavolo di lavoro che verrà istituito.
Deve esprimersi comunque grande soddisfazione per la restituita dignità a chi crea e a chi lavora e investe nel settore dei contenuti culturali.
Fonte: www.siae.it

Firmato il decreto che ridetermina i compensi per la copia privata

Il Ministro per i beni culturali Sandro Bondi, in esecuzione della legge sul diritto d’autore, ha firmato il decreto di rideterminazione del compenso per “Copia privata”, che la legge già prevedeva in via provvisoria.
“La determinazione – come afferma una nota pubblicata sul sito del MiBac – interviene a più di sei anni di distanza dal decreto legislativo n. 68/2003, che era stato emanato in attuazione della normativa comunitaria. Il decreto è stato adottato a conclusione di una lunga e complessa istruttoria, che ha visto la partecipazione di tutte le categorie interessate. Esso individua un punto di equilibrio tra il riconoscimento del compenso che è dovuto a chi crea opere dell’ingegno e le esigenze, altrettanto importanti, degli utenti e del settore dell’innovazione e sviluppo tecnologico. Poiché si tratta di un settore in rapidissima evoluzione, sarà costituito un tavolo di lavoro, cui parteciperanno tutti i soggetti interessati, chiamato a monitorare l’evoluzione del mercato dei supporti e degli apparecchi assoggettati a compenso, anche ai fini dell’aggiornamento triennale del decreto”.
UNCLA è sempre stata attiva nelle ultime settimane al fine di giungere alla firma del decreto, che da troppo tempo subiva continui rinvii.

Siae, firmato il DPR per la nomina di Giorgio Assumma

Con Decreto del Presidente della Repubblica del 31 dicembre 2009, l’avv. Giorgio Assumma è stato confermato per la durata di un quadriennio Presidente della Società Italiana degli Autori ed Editori – SIAE (www.quirinale.it).

Assumma: soluzioni condivise per il web

Nel commentare il procedimento attualmente in corso presso il Tribunale civile di Roma, Sezione Proprietà Intellettuale in merito al ricorso d’urgenza Fapav contro Telecom Italia per fermare il file sharing illegale di film di prima visione, il presidente della Siae Giorgio Assumma ha dichiarato all’agenzia Ansa che qualora le richieste della Fapav, fatte proprie dalla Siae, venissero accolte “si aprirà un agevole solco processuale che sarà seguito certamente da tutti gli enti tutori del diritto d’autore contro i grandi utilizzatori delle opere non accorti alla tutela dei diritti patrimoniali degli autori. Io mi auguro però che non si giunga ad una decisione giudiziale, ma che il buon senso induca gli attuali contendenti a sedersi intorno ad un tavolo comune per trovare una soluzione in grado di contemperare equamente i rispettivi interessi”. La Fapav ha chiesto al giudice romano di fornire i nominativi di chi scarica illegalmente, di oscurare l’accesso ai siti di file sharing e di inviare avvisi a coloro che commettono violazioni al diritto d’autore.
Il procedimento, secondo Giorgio Assumma “ripropone ed affronta il vecchio problema di una materia molto delicata che ancora non riesce a trovare una regolamentazione nel nostro sistema giudiziario. Molte forze politiche rappresentate in Parlamento hanno ripetutamente espresso propositi positivi per disciplinare la materia. Purtroppo però non hanno ancora compiuto fatti concreti diversamente da quanto invece stanno facendo la Francia e la Spagna”. La Siae, continua Assumma, è intervenuta “per coadiuvare la posizione della Fapav, perché a tale posizione è strettamente legata la tutela dei diritti patrimoniali degli autori. In tale funzione e sotto tale profilo, l’intervento in giudizio della Siae è obbligato perché adempie ad un proprio fine istituzionale”.
La Siae già da tempo è alla ricerca di soluzioni condivise con tutti gli operatori del settore “affinché si adotti un sistema di licenza legale a fronte di un corrispettivo da erogare agli autori”, corrispettivo che non è una tassa ma il compenso dovuto agli autori per il loro lavoro creativo. Perché gli autori “sono lavoratori come tutti gli altri, e come tutti gli altri – dichiara il Presidente Assumma – in base ad un principio costituzionale, debbono essere retribuiti. Negare questo principio significa andare contro la giustizia retributiva e contro la parità democratica”.
Fonte: www.siae.it

L’American Chamber of Commerce in Italy nomina Enzo Mazza Presidente del Comitato Proprietà Intellettuale

Enzo Mazza, Presidente di Fimi-Confindustria, la federazione che rappresenta le principali aziende discografiche italiane, ha ricevuto l’incarico di presiedere il Comitato sulla Proprietà Intellettuale (IPR) della Camera di Commercio Americana in Italia. Il Comitato IPR si occupa di proprietà industriale ed intellettuale (marchi, brevetti, diritto d’autore). Attualmente fanno parte del Comitato i rappresentanti di importanti associazioni di categoria dell’industria dei contenuti, multinazionali titolari di diritti su software, opere multimediali, marchi e brevetti; avvocati e advisor esperti in materia di proprietà industriale ed intellettuale.
Affiliata alla Chamber of Commerce of the United States of America, un network di 100 camere di commercio americane in 91 paesi con oltre 3 milioni di aziende affiliate, la American Chamber of Commerce in Italy (Amcham) nasce nel 1915. Oltre a giocare un ruolo di primo piano come facilitatore del dialogo economico tra Italia e Stati Uniti, Amcham offre alle imprese e professionisti associati una corsia privilegiata per comunicare direttamente con i più alti rappresentanti delle istituzioni economiche e politiche italiane e americane, grazie all’autorevolezza di cui gode da quasi 100 anni di attività. Presidente di AmCham Italy è Umberto Paolucci; Consigliere delegato è Simone Crolla.