L’industria discografica mondiale annuncia una nuova ondata di azioni contro il file sharing illegale

L’industria discografica mondiale ha annunciato una nuova ondata di azioni penali e civili contro il file sharing illegale. L’IFPI – Federazione Internazionale dei Produttori Discografici – ha comunicato oggi che sono oltre 8 mila le nuove azioni intraprese in 17 Paesi contro gestori di server e grandi “condivisori” di musica illegale diffusa tramite le principali piattaforme peer-to-peer (p2p). Per la prima volta sono stati coinvolti paesi importanti come il Brasile e il Messico per il Sud America e la Polonia per l’Est Europeo, per un totale di oltre 13 mila azioni legali compiute.
In Italia le denunce sono state 26, di cui 7 contro gestori di openup server e 19 contro utenti di dc++: con queste ultime azioni il totale dei denunciati, per condivisione di brani non autorizzati tramite piattaforme di file sharing, sono saliti a 170. In base alla legge sul diritto d’autore, questi ultimi rischiano una denuncia penale e sanzioni per diverse migliaia di euro.
Nel resto del mondo le azioni hanno coinvolto, tra l’altro, il Brasile in cui l’anno scorso sono stati scaricati illegalmente più di un miliardo di file musicali e il mercato legale dei cd, negli ultimi cinque anni, si è ridotto di quasi il 50% a causa del download illegale di brani musicali ed il Messico e la Polonia per la prima volta sono stati coinvolti in operazioni di file sharing illecito. Per tutti gli altri Paesi si è trattata invece di una nuova ed importante offensiva contro gli utenti che scaricano illegalmente brani musicali. Di questi, oltre 2300, hanno riconosciuto le proprie responsabilità e hanno compensato i danni provocati ai legittimi detentori dei diritti pagando in media una somma di 2300,00 euro ognuno.
Accanto a queste operazioni l’industria discografica ha continuato a potenziare le proprie campagne educative contro il file sharing illegale. In particolare la guida informativa realizzata per le famiglie – “I giovani, la musica e Internet” – è stata diffusa in 15 Paesi e tradotta in 10 lingue diverse.
Una recente ricerca condotta dall’ Università Lingnan di Hong Kong, ha mostrato come queste operazioni di sensibilizzazione, abbiano avuto un impatto positivo tra i ragazzini e le loro famiglie. L’anno scorso più del 30% dei genitori, grazie alle campagne informative, ha potuto educare i propri figli a scaricare musica in forma legale e il 67% degli intervistati è convinto che le azioni legali siano un buono strumento per combattere e ridurre l’illecito nel download di musica da internet.
In Italia l’industria discografica ha promosso progetti informativi rivolti:
– alle aziende, con la diffusione di una guida contro i rischi del P2P tramite reti aziendali;
– agli studenti, tramite il progetto “Copy or Love”, promosso in collaborazione con il MIUR ( Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) – nato proprio allo scopo di sensibilizzare i ragazzi delle scuole medie secondarie sull’importanza del diritto d’autore;
– alle famiglie, attraverso una brochure educativa sui rischi del file sharing illegale tramite le connessioni domestiche.
“L’azione penale non piace a nessuno – ha dichiarato Enzo Mazza, Presidente della FIMI – Federazione dell’Industria Musicale Italiana – pero’ oggi, di fronte ad un’offerta legittima sempre piu’ampia, e’ necessario colpire con efficacia coloro che offrono musica abusivamente o che ne favoriscono la diffusione con grave danno delle imprese che investono milioni di euro nella musica digitale”.