I numeri della musica in Italia: presentato il rapporto sull’Economia della Musica

Il fatturato complessivo del settore musicale italiano nel 2008 è pari a 3,9 miliardi di euro (-4% rispetto al 2007). Una flessione lieve, determinata dalla pesante flessione del comparto dell’elettronica di consumo, rispetto a uno scenario economico con un Pil in calo dell’1% (pari a una diminuzione dei consumi dello 0,9%),testimonia che il sistema gode di un buono stato di salute generale.
E’ il quadro che emerge dal “Rapporto 2009 sull’Economia della Musica in Italia”, realizzato da Fondazione dell’Università Iulm, coordinato dal professor Luca Barbarito dell’Ateneo e promosso da Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazione editorimusicali), Scf Consorzio Fonografici, Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori).
“La collaborazione della Società Italiana degli Autori ed Editori alla Ricerca è un atto ‘dovuto’, considerata la capillare attività di raccolta dei diritti d’autore da parte della Siae”. E’ il messaggio del Presidente della Siae, Giorgio Assumma che ha sottolineato: “Quest’ attività ha portato alla ricerca molti dati sorprendenti, ma soprattutto confortanti: innanzitutto quello della tenuta della discografia italiana nel suo complesso, in termini di supporti venduti, che sono aumentati del 10% rispetto all’anno precedente. Risulta inoltre in pieno sviluppo il settore radiotelevisivo, cui gli autori e gli editori in primo luogo guardano con fiducia ed impegno. In questi giorni la Siae ha rinnovato il contratto con Mediaset, che non riguarda solo le reti free, ma accompagna in maniera flessibile la transizione al digitale. Nel Rapporto si legge, poi, che la Siae è tra le poche società di autori europee che hanno mantenuto nel 2008 un incremento degli incassi, dato che testimonia in modo oggettivo la capacità dell’Ente di mantenere elevato il suo livello di servizio, pur in un periodo di crisi globale”.
Luca Barbarito, Professore Associato di Economia dei settori e coordinatore della ricerca ha così commentato:“Se escludiamo la flessione di circa il 18% dell’elettronica di consumo audio, il sistema musica avrebbe fatto registrare un modesto -0,1% comportandosi come un prodotto culturale e un bene necessario in tempi di crisi.”
Per Gianluigi Chiodaroli, Presidente di Scf Consorzio Fonografici“la ricerca smentisce il luogo comune di chi parla di morte del cd perchè si evidenzia come il mercato discografico, nell’evoluzione del proprio modello di business, poggia oggi le propria fondamenta sempre più stabilmente su tre pilastri. Al tradizionale ‘mercato fisico’, si affiancano, infatti, significativi flussi economici in via di consolidamento generati dalla gestione collettiva dei diritti discografici derivanti dalla cosiddetta ‘musica sparsa’ e dalle diverse forme di distribuzione digitale”.
“Questi dati confermano la ‘voglia di fare musica’ che ancora si esprime in Italia, – ha detto Claudio Formisano, Presidente Dismamusica – più di un milione di persone, ogni anno, acquista in Italia uno strumento musicale nuovo. È questa ‘voglia di fare musica’ che spinge verso l’alto i dati di vendita degli strumenti, oggetti senza i quali la musica stessa non esisterebbe”.
Filippo Gaparro, direttore dell’Ufficio Organizzazione Eventi Siae ha sottolineato “la particolare utilità dell’iniziativa ai fini di una futura strategia, attuata da tutte le componenti che operano all’interno del delicato settore della cultura e dell’economia del nostro Paese, perchè, pur con le rispettive differenze ed obiettivi, le varie istituzioni di settore devono raggiungere un risultato convergente nel comune interesse della tutela del patrimonio musicale della nazione”.
Lo studio fornisce una visione completa del ‘sistema musica’ in Italia da un punto di vista economico-quantitativo, analizzando i singoli stadi della sua filiera produttiva, scissa in due macro aree di riferimento: il ‘piccolo settore’ (produzione, distribuzione e consumo della musica) e il ‘grande settore’ (produttori e distributori di strumenti, di musica stampata, chi fa formazione musicale e produce elettronica di consumo). Per quanto riguarda la musica su supporti fisici, i dati Siae mostrano un aumento dello 0,5% nel numero di unità vendute (per un fatturato di 499 milioni di euro) testimoniando un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente, favorita probabilmente dalla riduzione del prezzo dei cd, ma soprattutto dalle vendite in edicola.
La musica digitale è il segmento che, soddisfacendo le aspettative, fa registrare la crescita maggiore (con un +35% e un fatturato di 38 milioni di euro) e prospetta ulteriori margini di miglioramento.
Invece per la ‘musica sparsa’, ovvero diffusa all’interno di attività economiche (ludiche o ricreative) si conferma il segmento di maggiori dimensioni all’interno del sistema musica ed è distinta in due comparti: quello in cui la musica è un fattore determinante del business (radio, discoteche, tv) e quello dove la musica recita un ruolo secondario (musica diffusa in centri commerciali, supermercati, bar, alberghi, etc.). Il primo comparto ha fatto registrare una leggera flessione, con un fatturato di 1.447 milioni di euro (-1,5%). Le entrate relative alla seconda categoria, invece, confermano il trend di crescita dell’anno precedente arrivando a 56,6 milioni di euro (+8,2%, solo per i diritti versati a SIAE e SCF).
La musica dal vivo è la seconda tipologia di consumo per volume d’affari (755 milioni di euro) ma subisce una flessione dell’1,7% rispetto all’anno precedente.
Fonte: www.siae.it