Autori ed editori GEMA si oppongono alla proposta di riforma della legge tedesca sul diritto d’autore

I compositori, i cantanti e gli editori musicali tedeschi, membri dell’associazione GEMA, si sono fermamente opposti alla proposta di riforma della legge tedesca sul diritto d’autore (“Seconda legge sul copyright nella società dell’informazione”), il cui accoglimento comporterebbe, a loro parere, la perdita massiccia di compensi per gli autori musicali tedeschi.
German Music Council, la maggior organizzazione del settore nel mondo, sostiene la protesta di GEMA e si sta appellando a tutti i politici per convincerli a non approvare la riforma. Il Segretario Generale di German Music Council, durante la Conferenza “Comunicazione musicale”, ha affermato che: “Gli otto milioni di membri di German Music Council sono consapevoli del fatto che la qualità culturale della musica tedesca dipende dalla giusta retribuzione elargita ai musicisti. Nella società globalizzata, è la creatività delle persone a decidere della prosperità economica e culturale di uno Stato.”
In particolare, GEMA si oppone ai seguenti punti del progetto di riforma, circa i compensi per la copia privata:
1. L’ammontare complessivo delle royalties spettanti ai titolari dei diritti per ogni specifico tipo di hardware non potrebbe eccedere il 5 % del prezzo di vendita.
2. L’entità delle royalties, in futuro, non verrebbe più essere fissata a livello legislativo, ma dalle società di gestione collettiva dei diritti e dai produttori di hardware e di media.
3. Nel determinare l’ammontare delle royialties, si dovrebbe sempre valutare se l’entità del compenso possa pregiudicare i produttori hardware e dei media.
Il portavoce dell’Esecutivo di GEMA, Prof. Dr. Jürgen Becker, ha così criticato la proposta di riforma: “Il complesso delle royalties che verrebbero ricevute dalla Organizzazione Centrale per la copia privata (ZPU) diminuirebbe del 32% – ben un terzo – già solo come risultato dell’avvenuta diminuzione degli introiti del settore hardware per l’ammontare di 54,3 milioni di euro.”.
La proposta di riforma mina alla radice il collaudato sistema di protezione degli autori dalla copia privata. Il Governo sembrerebbe essere più attento alla difesa degli interessi delle lobbies e dei produttori industriali che degli autori.