Nuova operazione antipirateria della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza è costantemente impegnata sul fronte della repressione del fenomeno della pirateria.
Il Comando Provinciale di Napoli ha infatti condotto una nuova operazione che ha portato alla scoperta di quattro “centrali di masterizzazione” nell’area geografica compresa tra Napoli, Pomigliano d’Arco e Giugliano, nota per essere una zona nella quale proliferano gli impianti per la produzione di supporti contraffatti.
Oltre 80.000 i pezzi che sono stati sequestrati nel corso del blitz che ha condotto anche alla scoperta di diversi depositi per lo smistamento dei prodotti nell’area napoletana.
Sono stati tratti in arresto dieci soggetti, molti dei quali sono già stati processati e condannati in quanto i processi sono stati celebrati con rito direttissimo.

USA: preoccupazioni per alcuni siti che sostengono di offrire musica in modo legale

Center for Democracy and Technology (CDT), ha dato il via a una azione legale per “pubblicità ingannevole” contro due siti che pur commercializzando musica in Rete in modo illecito, sostenevano di operare in modo perfettamente legale.
Mp3DownloadCity.com e MyMusicInc.com invece a fronte del pagamento di un abbonamento pari a 25 dollari ridirezionavano gli utenti verso i classici sistemi P2P senza quindi che vi fosse la necessaria autorizzazione e il versamento di quanto dovuto agli aventi diritto.
MyMusicInc.com conteneva inoltre una nota che affermava la piena legalità del sito (“Today there are over 200 million users trading MP3s & videos on these LEGAL filesharing networks. You can be assured that Filesharing is 100% legal, MP3s are 100% legal, and your membership to MyMusicInc.com is 100% legal”)
Secondo CDT episodi come quello sopra descritto non sono, ultimamente, un evento raro in Rete creando incertezza nel mercato nel quale gli utenti possono a volte essere tratti in inganno e optare per soluzioni solo apparentemente legali.

Australia: raid antipirateria contro un Internet service provider

Una azione condotta con l’ausilio di Music Industry Piracy Investigations (MIPI), il braccio investigativo di Australian Record Industry Association (ARIA), ha portato a realizzare un blitz negli uffici di una azienda che fornisce connettività.
Swiftel Communications, è stata infatti accusata di aver utilizzato il sistema BitTorrent per consentire agli utenti di accedere e scaricare illecitamente materiale protetto da copyright attraverso la Rete.
L’azione è stata condotta con una procedura d’urgenza in quanto si temeva che potessero essere distrutte le prove dell’illecita attività che, secondo gli investigatori, Swiftel dolosamente consentiva venisse realizzata.

RIAA appella la decisione della Corte d’Appello relativa alle citazioni dei provider

Recording Industry Association of America ha deciso di appellare la decisione che alcuni giudici della Ottava Circoscrizione della Corte di Appello hanno preso in merito alla richiesta della stessa RIAA di obbligare i provider a rivelare i nomi dei downoader.
La decisione era stata presa da un panel di tre giudici della predetta circoscrizione. Adesso RIAA ha richiesto un riesame della questione e una pronuncia del collegio dei magistrati al completo.
Se la precedente decisione fosse confermata, secondo quanto affermato da RIAA si priverebbero gli aventi diritto di un mezzo di protezione fondamentale per cercare di arginare in modo sostanziale la pirateria.

Musicisti dalla parte di Grokster e Kazaa

Un gruppo di noti musicisti trai quali si possono menzionare Steve Winwood e il rapper Chuck D si è schierato dalla parte dei sistemi P2P come Grokster e Kazaa.
Gli artisti sostengono infatti di non ritenere le aziende che producono e commercializzano i programmi di file sharing responsabili per l’uso illecito dei sistemi da parte di alcuni utenti.
Il gruppo ritiene inoltre che il file sharing sia uno strumento di marketing di grande importanza per la diffusione delle opere anche in assenza della possibilità di poter contare sul sostegno di una casa discografica.
Naturalmente, e non potrebbe essere altrimenti, tale dichiarazione non comporta per gli stessi l’avallo della pirateria che è condannata come una delle piaghe che maggiormente affliggono gli autori, specialmente se coloro i quali non fanno parte della ristretta cerchia dei cosiddetti big.

Approvate dal Senato alcune modifiche alla legge sul diritto d’autore

Nella seduta del Senato n. 751 del 01/03/2005, in sede di discussione del disegno di legge n. 3276, intitolato “Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, recante disposizioni urgenti per l’università e la ricerca, per i beni e le attività culturali, per il completamento di grandi opere =strategiche, per la mobilita’ dei pubblici dipendenti, nonché per semplificare gli adempimenti relativi a imposte di bollo e tasse di concessione”, è stato approvato il seguente emendamento all’art. 3 del decreto legge 7/2005:

3.140
LA COMMISSIONE
Approvato con un subemendamento
Dopo il comma 3 inserire i seguenti:
«3-bis. All’articolo 171, primo comma, della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, dopo la lettera a) è inserita la seguente:
“a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta, o parte di essa”. 3-ter. All’articolo 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, dopo il primo comma, è aggiunto il seguente: “Chiunque commette la violazione di cui al primo comma, lettera a-bis), è ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento, ovvero prima dell’emissione del decreto penale di condanna, una somma corrispondente alla metà del massimo della pena stabilita dal primo comma per il reato commesso, oltre le spese del procedimento. Il pagamento estingue il reato”. 3-quater. All’articolo 171-ter, comma 1, alinea, e comma 2, lettera a-bis), della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, le parole: “per trarne profitto” sono sostituite dalle seguenti: “a fini di lucro”. All’articolo 171-ter, comma 2, lettera a-bis), della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, le parole: “comunica al” sono sostituite dalle seguenti: “mette a disposizione del”. 3-quinquies. All’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2004, n. 128, il comma 1 è abrogato. Al fine di utilizzare la rete quale strumento per la diffusione della cultura e per la creazione di valore nel rispetto del diritto d’autore, il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie, di concerto con i Ministri per i beni e le attività culturali e delle comunicazioni, promuove, nel rispetto delle normative internazionalmente riconosciute, forme di collaborazione tra i rappresentanti delle categorie operanti nel settore, anche con riferimento alle modalità tecniche per l’informazione degli utenti circa il regime di fruibilità delle opere stesse. Nell’ambito delle forme di collaborazione di cui al presente comma, il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie, di concerto con i Ministri per i beni e le attività culturali e delle comunicazioni, promuove anche la sottoscrizione di codici di deontologia e di buona condotta per determinati settori, ne verifica la conformità alle leggi e ai regolamenti anche attraverso l’esame di osservazioni di soggetti interessati e contribuisce a garantirne la diffusione e il rispetto. I codici sono trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri unitamente ad ogni informazione utile alla loro applicazione. I Codici sono resi accessibili per via telematica sui siti della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, dei Ministeri delle comunicazioni e per i beni e le attività culturali, nonché su quelli dei soggetti sottoscrittori. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare maggiori oneri per la finanza pubblica. 3-sexies. Il comma 8 dell’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2004, n. 128, è abrogato».

Il testo definitivo è stato approvato ieri dal Senato, si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Firmato il P@tto di Sanremo

Come preannunciato è stato siglato stamani dai Ministri Stanca, Urbani e Gasparri e dai rappresentanti di circa 50 aziende interessate dal processo di diffusione dei contenuti in Rete, come fornitori di connettività, case di produzione e, in genere, titolari dei diritti delle opere dell’ingegno.
Stanca ha illustrato come il progetto ha il compito di contemperare le esigenze degli aventi diritto i cui interessi sono minacciati dalla indiscriminata e illecita diffusione dei contenuti in Rete e quelle degli utenti per i quali il Web rappresenta una opportunità di informazione, di crescita culturale e di condivisione della conoscenza.
Gasparri nel corso della conferenza stampa ha affermato quindi che i soggetti coinvolti elaboreranno soluzioni per la diffusione dei contenuti in Rete, ma che il primo passo è la condanna della illegalità.
Gasparri ha sottolineato come anche sul Web è necessario e possibile realizzare meccanismi di diffusione dei contenuti che consentano di tutelare i titolari dei diritti e che la Rete non può essere un mezzo a esclusivo appannaggio dei fautori dello scambio gratuito.
Il Ministro a poi fatto appello ai giovani e agli aventi diritto: “…a loro [i giovani n.d.r.]chiediamo lo sforzo di non cedere all’illegalità; agli autori e produttori, ai detentori dei diritti chiediamo invece di avviare una politica visibilità per contenere il costo di queste opere”.
Il ministro Urbani ha invece sottolineato i danni generati dal fenomeno della pirateria sotto il profilo economico e culturale. Il Ministro ha tenuto a sottolineare come sul piano normativo esista una distinzione tra lo scopo di lucro e l’uso personale nel caso di condotta illecita che rende perseguibile penalmente sono la prima fattispecie.
Questo per sottolineare anche che l’obiettivo di rendere sicura la diffusione dei contenuti in Rete, di rendere possibile un mercato legale dei diritti d’autore sul Web, tramite la collaborazione di tutte le parti coinvolte consentirà di operare con maggiore efficacia ed efficienza per debellare la pirateria generata dalla malavita organizzata che ha come scopo esclusivo la generazione di illeciti profitti.
Nel corso della conferenza stampa è stato anche affermato che si intendono realizzare interventi normativi flessibili che non criminalizzino i sistemi P2p allo scopo di non frenare lo sviluppo delle tecnologie e del mercato.
Il processo è iniziato, speriamo che conduca a un reale punto di equilibrio.